Filosofo tedesco.
Studiò nel seminario teologico protestante di Tubinga, dove conobbe Hegel
e Hölderlin e ottenne il titolo di
magister con un'erudita
dissertazione di esegesi biblica. Risalgono a questa prima fase produttiva
alcuni saggi sul mito e tre importanti scritti filosofici:
Sulla
possibilità di una forma della filosofia in generale (1795);
Sull'Io come principio della filosofia,
ovvero sull'incondizionato nel
sapere umano (1795) e
Lettere filosofiche su dogmatismo e criticismo
(1795-96). In essi
S., ispirandosi alla speculazione fichtiana, si
interrogò sulla possibilità del passaggio tra infinito e finito e
cercò di individuare una spiegazione unitaria del sapere affidandosi
all'intuizione intellettuale. Dopo la pubblicazione di
Sguardo generale sulla
letteratura filosofica più recente (1797), in cui vennero ripresi e
approfonditi i temi già trattati in precedenza, il filosofo divenne
professore straordinario dell'università di Jena accanto a Fichte e si
interessò di filosofia della natura, cristallizzando il suo pensiero in
opere destinate a esercitare una grande influenza sul pensiero filosofico e
scientifico del tempo:
Idee per una filosofia della natura:
introduzione allo studio di questa scienza (1797);
Sull'anima del
mondo:
ipotesi di fisica superiore per illustrare l'organismo
universale (1798);
Primo abbozzo di un sistema di filosofia della natura
(1799);
Deduzione universale del processo dinamico,
o delle
categorie della fisica (1800);
Ulteriori esposizioni dal sistema della
filosofia (1802). In questi scritti punto di partenza della filosofia di
S. fu, come in Fichte, l'intuizione; a differenza di Fichte, tuttavia,
nell'intuizione di
S. il soggettivo e l'oggettivo erano così uniti
che non si poteva dire a quale dei due spettasse la priorità: essi erano
contemporanei e formavano un tutto unico. Il principio primo schellinghiano non
fu, dunque, l'Io di Fichte, né poteva esserlo il non Io, un semplice
limite interno del soggetto, una pura materialità inerte. Principio primo
fu, invece, l'Assoluto: l'unità originaria e indifferenziata di Io e non
Io, di soggetto e oggetto, di Spirito e Natura, di conscio e inconscio (in
questa conclusione è indubbia l'influenza esercitata su
S. da
parte dell'Uno di Bruno e della Sostanza di Spinoza). Se l'Assoluto, dunque,
rappresentava l'identità di Natura e Spirito, la filosofia, che era
sapere dell'Assoluto, doveva percorrere due strade: in quanto filosofia della
natura, essa partiva dall'oggetto e andava al soggetto, dalla Natura allo
Spirito; in quanto filosofia dello spirito o filosofia trascendentale, essa
partiva dal soggetto e andava all'oggetto, dallo Spirito alla Natura. Non si
trattava di due filosofie perché l'oggetto era sempre l'Assoluto che, in
quanto Natura, era Spirito nella forma dell'esteriorità e, in quanto
Spirito era Natura nella forma dell'interiorità. Furono queste le tesi
principali del
Sistema dell'Idealismo trascendentale (1800), una delle
opere più celebri di
S. In essa, tuttavia, la filosofia della
natura e la filosofia dello spirito, che pure risultavano simmetriche e
parallele, restavano contrapposte l'una rispetto all'altra a causa di una
scissione intervenuta nell'unità dell'Assoluto. Non essendo originaria,
tale scissione poteva essere superata: non però mediante la dimostrazione
o la riflessione, bensì grazie all'intuizione intellettuale, un atto in
cui attività e passività, libertà e necessità,
conscio e inconscio coincidevano. Solo l'arte, dunque, in quanto espressione
dell'infinito nel finito, consentiva di attingere all'intuizione intellettuale e
assurgeva, quindi, a organo privilegiato della filosofia (di qui la
denominazione di Idealismo estetico con cui è passata alla storia la
filosofia di
S.). Il sistema dell'identità di S. venne
ulteriormente approfondito nelle seguenti opere:
Esposizione del mio sistema
filosofico (1801); il dialogo
Bruno,
o il divino naturale
principio delle cose (1802); le
Lezioni sul metodo dello studio
accademico (1803). In esse il finito appariva come plasmazione dell'ideale
nel reale mediante un processo di tensione senza fine tra indifferenza e
differenza, in cui la molteplicità delle idee fungeva da matrice non solo
delle realtà naturali, ma anche dei processi storici e spirituali (arte,
scienza, ecc.). Fu così che
S. si trovò a dover affrontare
il problema del male o, meglio, della sua conciliazione con il
“divenire” di Dio. In
Ricerche filosofiche sull'essenza della
libertà umana e gli oggetti che vi si collegano (1809), un'opera
sulle “età del mondo”, il filosofo avviò una ricerca
sul processo interno alla divinità nello sforzo da parte di quest'ultima
di staccarsi dal suo fondamento per realizzarsi come “personalità
assoluta”. Questa fase del pensiero di
S. coincise con un periodo
travagliato della vita del filosofo: lasciato Würzburg, si trasferì
a Monaco (1806-20), dove divenne segretario dell'Accademia delle scienze; nel
1810 soggiornò per un breve periodo a Stoccarda, dove tenne varie lezioni
che vennero poi riunite con il titolo
Lezioni di Stoccarda (1860). Dopo
la morte della prima moglie, risposatosi (1812), si recò a Erlangen, dove
gli furono affidati corsi liberi all'università; tornato a Monaco nel
1827, fu dapprima presidente dell'Accademia delle scienze e poi professore
all'università allora fondata. Nel 1841 gli fu affidata la cattedra di
Berlino, che era stata di Hegel, allo scopo di contrastare la crescente
influenza di quest'ultimo e della sua scuola. In questo lungo periodo,
S.
tornò a considerare e ad approfondire il proprio pensiero sulle
“età del mondo” e avviò una violenta polemica contro
l'intera filosofia moderna, da lui considerata come fedele sviluppo della
“filosofia negativa”. A questo tipo di speculazione, fondata sulla
logica e sulla dimostrazione e incapace di attingere l'esistente in quanto tale,
S. oppose la propria filosofia della mitologia e della rivelazione, quale
tentativo di ricostruire l'evolversi necessario della mitologia, in cui si
rifletteva il cammino della coscienza nel suo distacco dalla divinità, e
l'attuazione del processo “teogonico” della coscienza medesima. La
speculazione schellinghiana nel suo complesso è stata diversamente
valutata nel corso dei tempi: inizialmente considerata un semplice momento di
passaggio dall'idealismo di Kant e Fichte a Hegel, nella seconda metà del
XIX sec. non fu risparmiata al giudizio negativo sull'Idealismo nel suo
complesso e sulla filosofia romantica della natura in particolare; nel XX sec.,
infine, le nuove tematiche intuizionistiche, vitalistiche, fenomenologiche,
esistenzialistiche e ontologiche, nonché l'esigenza di riconsiderare
sotto una nuova luce il Romanticismo portarono alla ribalta il pensiero di
S. L'influenza esercitata dal filosofo, del resto, fu imponente non solo
in Germania, ma anche in Francia (Madame de Staël, Cousin, Secreatan,
Ravaisson, Bergson), in Inghilterra (Coleridge) e nell'Europa orientale
(correnti slavofile) (Leonberg, Württemberg 1775 - Ragaz, Svizzera
1854).
LE OPERE DI FRIEDRICH WILHELM JOSEPH SCHELLING
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1795
1795
1795-96 1796 1797
1797
1798
1799 1800 1800
1801 1802 1802 1803 1804 1806
1807 1809
1812
1815
1857 1858 1859 1859
1860 1860 1861 1861 1861
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Sulla possibilità di una forma della filosofia in
generale Sull'Io come principio della filosofia, ovvero sull'incondizionato
nel sapere umano Lettere filosofiche su dogmatismo e criticismo Nuova
deduzione del diritto naturale Sguardo generale sulla letteratura filosofica
più recente Idee per una filosofia della natura: introduzione allo
studio di questa scienza Sull'anima del mondo: ipotesi di fisica superiore
per illustrare l'organismo universale Primo abbozzo di un sistema di
filosofia della natura Sistema dell'Idealismo trascendentale Deduzione
universale del processo dinamico, o delle categorie della fisica Esposizione
del mio sistema filosofico Ulteriori esposizioni dal sistema della
filosofia Bruno, o il divino e naturale principio delle cose Lezioni sul
metodo dello studio accademico Filosofia e religione Esposizione del vero
rapporto della filosofia della natura con la dottrina migliorata di Fichte Le
arti figurative e la natura Ricerche filosofiche sull'essenza della
libertà umana e gli oggetti che vi si collegano Monumento dello scritto
sulle cose divine del Signor F.H. Jacobi Le divinità di Samotracia
seguite dall'introduzione alle «Età del mondo» Filosofia
della mitologia Filosofia della rivelazione Propedeutica alla
filosofia Sistema dell'intera filosofia, e della filosofia della natura in
particolare Filosofia dell'arte Lezioni di Stoccarda Esposizione
dell'empirismo filosofico Conferenze di Erlangen Lezioni monachesi sulla
storia della filosofia moderna
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